Marco Achille

Marco Achille

Marco Achille Dottore Commercialista

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Marco Achille, Dottore Commercialista.

Chi è Marco Achille

Marco Achille

Marco Achille

Dottore Commercialista in Milano, Iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano il 29/04/2009 con il numero di iscrizione 7531.

Marco Achille
nasce nel 1980 a Milano dove anche risiede, si si è laureato con i massimi dei voti in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, ha frequentato molti master di specializzazione tra cui anche un Master in Financial Engeneering presso Berkley University in California.

Marco
Achille è una persona eclettica, curiosa parla correntemente diverse lingue straniere ed è
con anni di esperienza professionale in diversi settori.

Nel 2003 incomincia la sua esperienza lavorativa come Revisore Contabile presso la Price Waterhouse Coopers a Milano.

Nel corso delle sue esperienze si specializza nel ramo della contabilità e finanza, e oggi svolge le seguenti attività:

• Dottore Commercialista
• Consulente Finanziario
• Revisore Contabile
• Consulenza Ristrutturazioni Aziendali

MARCO ACHILLE – DOTTORE COMMERCIALISTA
Svolge da anni l’attività professionale di Dottore Commercialista specializzato soprattutto in:
– contabilità, bilanci, revisione
– consulenza aziendale e societaria
– consulenza fiscale e contributiva
– consulenza per operazioni straordinarie
– consulenza per aziende in crisi
– operazioni per cessazione attività
– contenzioso tributario
– consulenza persone fisiche (dichiarazioni ecc. ecc.)
– elaborazione paghe e contributi
– consulenza contrattuale
– ristrutturazioni aziendali
– predisposizione piani finanziari

Marco Achille
è un professionista serio, appassionato alla sua professione, dedito al lavoro e focalizzato alla risoluzione dei problemi.

MARCO ACHILLE
– CONSULENZA FINANZIARIA
Affianca all’attività di dottore Commercialista, anche una attività di consulenza finanziaria occupandosi di molteplici servizi:

– supporto alle imprese, meritevoli di credito nel reperimento di finanza per nuovi progetti o ristrutturazione debiti esistenti
– gestione di fondi di investimento immobiliari
– attività di valutazione degli investimenti
– analisi finanziarie societarie
– studi di fattibilità per progetti di sviluppo e investimento in immobili
– due diligence fiscale
– supporto nei processi di finanza straordinaria nelle scelte in materia fiscale e contabile e rapporto

con le controparti finanziarie
una attività particolarmente attiva nel mix di servizi offerti da Marco Achille che essendo esperto in tematiche aziendali è in grado di gestire al meglio anche questa attività così delicata.

MARCO ACHILLE
– RISTRUTTURAZIONE AZIENDALI
In momenti di crisi come questi un Marco Achille Dottore Commercialista, molto spesso si trova a dover affiancare gli imprenditori anche nell’attività di ristrutturazione/risanamento aziendale occupandosi di:

– check up aziendale
– piano di ristrutturazione
– ripianamento debiti verso erario, inps, dipendenti, banche
– ristrutturazione assetto societario
– salvaguardia del patrimonio personale dell’imprenditore
attività molto delicate e difficili che molto spesso gli imprenditori non sono in grado di affrontare da soli. Un valido professionista profondo conoscitore della materia come Marco Achille, può sicuramente aiutare ad affrontare anche questo momento aziendali difficile, portando l’azienda fuori dalla crisi.

MARCO ACHILLE
– REVISORE CONTABILE
Svolge anche attività di:
– analisi contabilità aziendale e risultati
- revisione procedure e sistemi contabili
- assistenza per piani finanziari e di investimento
– gestione portafoglio titoli
– gestioni fiduciarie
- controlli contabili per soci di minoranza

ECONOMIA.VERSO L'APPROVAZIONE DEL CONSIGLIO VALLE Crisi

via libera dei sindacati Promosso il piano regionale di aiuti: Soldi veri, non fumo negli occhi

Il disegno di legge contenente le misure straordinarie e urgenti in funzione anticrisi per il sostegno alle famiglie e alle imprese marcia spedito verso l'approvazione da parte del Consiglio regionale, convocato la prossima settimana. Ieri il documento ha ottenuto il via libera dei sindacati e nei prossimi giorni avra' il parere del Consiglio permanente degli enti locali. Il provvedimento mette a disposizione 76 milioni di euro (tre milioni erano gia' inseriti nel bilancio di previsione 2009). Le risorse, per le quali e' stata garantita la copertura finanziaria, assegnano al sostegno delle famiglie 29 milioni mentre alle imprese ne sono stati destinati 47. Per le famiglie sono previsti, in particolare, la sospensione di due semestralita' delle rate dei MUTUI regionali senza aggravio di interessi, il sostegno alla previdenza complementare per i lavoratori sospesi dall'attivita', sconti del 30 per cento sull'energia elettrica oltre a un bonus riscaldamento di 300 euro. Per le imprese i benefici riguarderanno l'aumento, da parte del Consorzio garanzia fidi, del contributo in conto interessi dal 50 al 75 per cento, la riduzione di un punto dell'aliquota Irap (dal 3, 9 al 2,9 per cento), la sospensione per due semestralita' delle rate dei MUTUI regionali, la rinuncia ai crediti regionali per aumentare i fondi a disposizione e le garanzie dei Consorzi garanzia fidi.

Decreto anticrisi Niente modifiche al «Bonus famiglia»

Novita' in arrivo nel decreto anticrisi in materia di sostegno alle famiglie. Il bonus non sara' rimodulato, come era stato annunciato da piu' parti, ma le eventuali minori spese rispetto ai 250 milioni di euro stanziati dallo Stato per fissare un tetto del 4% ai MUTUI a tasso variabile andranno «all'ulteriore finanziamento degli assegni famigliari». Lo stabilisce un emendamento presentato dai relatori del decreto legge 185 nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Salta anche l'ipotesi di rivedere gli studi di settore con l'inversione dell'onere della prova a carico dell'amministrazione finanziaria in caso di scostamenti. Inoltre l'Iva per cassa diventa misura strutturale: la norma prevede che l'Iva sulla cessione di beni e prestazioni di servizio divenga esigibile al momento dell'incasso.

Una nuova solidarietà anti-crisi

Banche e imprese

Il calo dell'inflazione in Italia iniziato a settembre prosegue in modo marcato così come nella Ue. E' una notizia positiva per il potere d’acquisto delle famiglie che va collocata in un contesto internazionale, europeo, italiano che rimane preoccupante. Riflettiamo su questi fatti, sulle cause e sugli effetti del calo dell'inflazione, sulle connesse politiche monetarie e creditizie.

I fatti. In Italia ad agosto i prezzi al consumo sono cresciuti, rispetto allo stesso mese del 2007, del 4,1% raggiungendo il culmine di una accelerazione. Poi si è verificato un calo che ha portato a dicembre 2008 una crescita dei prezzi del 2,2% tendenziale, cioè rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Una frenata che attenua molto il brutto dato medio annuo per il 2008 con una inflazione al 3,3%. Il calo è dovuto in particolare al ripiegamento nel prezzo dei carburanti che ha segnato a dicembre una diminuzione tendenziale molto forte mentre in crescita sono ancora, tra gli altri, i prodotti alimentari e il capitolo abitazione- acqua-elettricità-combustibili. Tuttavia in dicembre su novembre, c'è stato anche qui o un rallentamento netto o un decremento.

Per il 2009 si prevede un’ulteriore frenata dell'inflazione fino all'1% verso metà anno per poi risalire nella seconda parte chiudendo in media annua ben sotto il 2% se il prezzo del petrolio si manterrà intorno ai 50 dollari al barile. Il confronto con Eurolandia, riferito a novembre, ci vede con una inflazione tendenziale più alta di circa 0,6 punti percentuali. Le cause del calo dell'inflazione sono almeno due, entrambe riconducibili alla crisi internazionale in atto con il drastico rallentamento nella crescita e con previsioni non positive per il 2009. Il calo della domanda aggregata, e anche la fine dell'ondata speculativa, hanno determinato un crollo nel prezzo del petrolio che s'è avvicinato ai 150 dollari al barile in luglio, iniziando poi una discesa che l'ha portato in dicembre sotto i quaranta.

A questo calo si è associato quello di molte altre materie prime con effetti graduali sui prezzi dei prodotti. Sono eventi positivi per i consumatori italiani il cui potere d'acquisto aumenta, in parte alimentato anche dal buon andamento dei saldi stagionali. Tuttavia uno scenario deflazionistico incide sulla fiducia e sui comportamenti. E' chiaro infatti che le famiglie sono portate ad un comportamento prudenziale a causa sia del passato sia del futuro. Per il passato basti rilevare che chi aveva risparmi in Borsa è stato falcidiato dai crolli nei prezzi anche di titoli solidi con riferimento ai quali, tuttavia, è bene rilevare i notevoli rendimenti attuali e il fatto che il mercato non ne riflette adesso i valori effettivi.

Per il futuro basti rilevare che molti temono, o già soffrono, della cassa integrazione e della disoccupazione al qual proposito è bene tuttavia anche rilevare che si stanno potenziando gli ammortizzatori sociali (sperabilmente incrementabili anche attingendo al Fondo sociale europeo) e che il nostro tasso di disoccupazione, malgrado il peggioramento, èmigliore di quello tedesco e francese. E ancor più di quello spagnolo, in tal caso poco esemplare. Quanto alle imprese ci vorrebbe una prospettiva di adeguata domanda, purtroppo debole dovunque e anche in Germania dove noi esportiamo, per spingerle ad investire. Tutto ciò preoccupa e poco importa che varino i giudizi a seconda che si qualifichi la situazione descritta come recessione, deflazione o, addirittura, depressione. Le politiche monetarie e creditizie, infine, debbono tenere conto delle relazioni tra i prezzi e i tassi di interesse.

Perciò la Banca Centrale Europea, dato il calo dell'inflazione, dovrebbe ulteriormente abbassare il tasso di interesse ufficiale dal 2,50% fissato il 10 dicembre. E' ben vero che l'Euribor, cruciale tasso di mercato, dai massimi di ottobre si è quasi dimezzato su tutte le scadenze con le più brevi già sotto il 2,50%. Ma c'è spazio per ulteriori cali e per un miglioramento delle condizioni del credito, anche in Italia. E' molto positivo che il nostro sistema bancario fino ad ora non abbia attinto alle finanze pubbliche, diversamente da quasi tutti gli altri Paesi europei, e stia uscendo pressoché indenne dalla «spazzatura finanziaria» americana. Aspetti che pare sfuggano alle astratte dottrine dell' Antitrust.Ma proprio per questa solidità, il nostro sistema creditizio può adesso fare di più per le imprese e le famiglie. Con riferimento ai mutui prima casa, utili sono stati l'accordo di maggio tra l'Abi e il ministro dell'Economia e la misura presa da quest'ultimo nel decreto anticrisi di novembre sull'accollo degli interessi eccedenti la soglia del 4%.

Di questi dispositivi sarebbe opportuno adesso un aggiustamento, specie per i mutui a tasso fisso, in linea con il calo negli interessi di mercato. Quanto alle imprese, per ridare loro fiducia, è cruciale il sostegno forte del sistema creditizio che potrebbe promuovere soprattutto il finanziamento di investimenti tecnologici. A tal fine ci vogliono accordi tra le Associazioni di categoria imprenditoriali e bancarie con la partecipazione dei ministeri dell'Economia e dello Sviluppo in modo da potenziare le misure fiscali a favore della produttività, dei finanziamenti alla ricerca applicata, di quelli alle reti di impresa e delle misure previste in «Industria 2015». In questa crisi, per ora, il nostro Paese, troppo spesso criticato, si sta comportando bene. Potrebbe uscirne anche meglio se desse forza a quella solidarietà per lo sviluppo che ha caratterizzato i momenti migliori della sua Storia.

Alberto Quadrio Curzio

Fonte : www.corriere.it

Mutui: le risposte ai dubbi sul tetto al 4% e sul dilemma fisso-variabile


Come chiedere l'applicazione del tetto del 4% sulle rate del mutuo, dopo l'accordo tra banche e Governo? Con i tassi sembre più bassi, che scelta fare tra fisso e variabile? E le banche, oggi, continuano a concedere mutui con la stessa facilità con cui ciò avveniva negli anni scorsi?

A questi e agli altri dubbi degli ascoltatori in materia di mutui hanno risposto Maximilian Cellino del Sole 24 Ore e Roberto Anedda, direttore marketingMutuiOnline.it nella trasmissione Salvadanaio su Radio24 condotta da Debora Rosciani.

Fonte: www.ilsole24ore.com

Mutui collegato al tasso Bce, dal primo gennaio

L'Euribor viene giudicato sempre meno affidabile come parametro di riferimento per il calcolo della rata di un mutuo a tasso variabile. In questi mesi di forte riduzione dei tassi si è infatti notato come non è stato facile far muovere all'ingiù questo famigerato tasso, risentendo della forte avversione al rischio delle banche ormai meno propense a prestarsi denaro. Più volte le associazioni dei consumatori avevano chiesto un ancoraggio automatico dell'Euribor al tasso di riferimento Bce.

Ecco che allora il governo dal primo gennaio 2009 obbliga le banche per legge di prevedere la possibilità di far decidere alla clientela di agganciare il proprio mutuo non più all'Euribor ma al più stabile e più basso tasso Bce.

Il tasso Bce esprime le condizioni alle quali la Banca europea è disposta ad effettuare transazioni con il mercato, cioè esprime il proprio orientamento di politica monetaria.

Probabilmente i mutui a tasso Bce presenteranno degli spread maggiori rispetto ai mutui collegati all'Euribor e non ci saranno differenze sostanziali di rata.

Le norma sanciscono anche l'obbligo di offrire un tasso complessivo comunque in linea con quello praticato nelle altre forme di indicizzazione offerte e non sia un'occasione di aumentare il carico della rata per i clienti.

Roberto Dessy

Retroscena Le misure del governo

In arrivo altri 500 milioni per la cassa integrazione Saranno prelevati dai fondi Fas: al governo serve un'intesa con le Regioni

ROBERTO GIOVANNINI Soldi non ce ne sono, e anche se ce ne fossero Giulio Tremonti difficilmente li sgancerebbe. Ragion per cui i ministri del governo Berlusconi intenzionati a rimpolpare in qualche modo i provvedimenti del pacchetto anti-crisi devono cercare di essere creativi. Il titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, alle prese con l'impennata delle spese per la cassa integrazione - e con la pressione di tantissimi lavoratori privi di tutele e garanzie - ha convocato per oggi pomeriggio un vertice per definire alcuni emendamenti: tra questi, il modo con cui alimentare il sistema degli ammortizzatori con le risorse europee. Saranno almeno 500 i milioni dirottati dai fondi sostenuti dall'Europa verso il sostegno a chi ha perso il lavoro. Si tratta di soldi del Fondo Sociale Europeo, normalmente utilizzati (dalle Regioni) per la rioccupazione e la formazione dei lavoratori. Non c'e' dubbio che sottrarne una ulteriore fetta penalizzerebbe ovviamente la capacita' di spesa delle Regioni, e per questo servira' un'intesa con i Governatori. Misure positive, dice Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, ma insufficienti: «Per frenare la crisi sono stati stanziati 5 miliardi, ma ne servirebbero molti di piu', almeno l'1% del Pil, con interventi mirati e misure per allargare il credito alle imprese». Piu' o meno sara' questa la proposta che il ministro ombra dell'Economia del Pd Pierluigi Bersani esporra' domani pomeriggio al suo «collega» Giulio Tremonti. Un appuntamento proposto giovedi' scorso e accolto di buon grado dal ministro. Non e' detto pero' che Tremonti vada oltre un semplice «ascolto» delle proposte elaborate dal Pd, che - spiega l'economista democrat Stefano Fassina - si inseriranno in una manovra anticiclica da 17 miliardi, un punto di Pil. Obiettivo, «sostenere l'economia - dice Fassina - aiutando i redditi della fascia media di lavoratori e pensionati. Senza di loro non si va da nessuna parte». Governo e Parlamento avranno tempo fino al 23 per presentare le proposte di emendamento al decreto anti-crisi. Ci saranno correzioni e aggiustamenti. Ad esempio, a quanto pare sulla norma cosiddetta «blocca-tariffe» si chiarirebbe meglio: il blocco non si applica per autostrade, energia elettrica e gas, visto che impedirebbe anche i ritocchi al ribasso decise dalle Autorita' Garanti. Sul bonus-famiglia si va verso una rimodulazione: la Lega - che ha scoperto che la misura finiva in tasca a molti single - ha chiesto che «sia destinata alle famiglie italiane», e si interverra' ad hoc. Non e' chiaro se verra' modificata anche la norma sul tetto sui tassi dei MUTUI: c'e' chi (sempre la Lega) preme per allargarla anche ai MUTUI a tasso fisso, ma al Tesoro si preferisce premiare solo il tasso variabile. Potrebbe scendere l'aggio del 10% che va ai concessionari degli accertamenti, mentre e' ancora incerto il destino degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni «ecologiche» per la casa. Il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo spinge per tornare a un bonus del 55% senza tetti, Tremonti sembra intenzionato ad arrivare al 40-45%. Infine, si ipotizza un totale colpo di spugna sulla cosiddetta «class action»: le cause collettive potrebbero colpire solo gli «illeciti compiuti successivamente al primo luglio 2008».

Fonte : www.lastampa.it